Lorenzo Baglioni tra i detenuti di Santo Spirito

 Baglioni a Santo Spirito incontra i detenuti

Ancora una volta quest'anno, il  piccolo teatro della Casa Circondariale di Santo Spirito ha accolto sul suo palco un grande artista del panorama italiano. Dopo Francesco Pannofino, Elio e il regista di Mare Fuori Carmine Elia, è stata la volta di Lorenzo Baglioni. La sua prima esperienza all'interno di una struttura detentiva. Il cantante fiorentino si è trovato da subito a suo agio nel nuovo contesto. Dopo qualche parola di presentazione, ha risposto alle domande dei detenuti presenti, raccontando dei suoi trascorsi da professore di matematica fino al successo (quasi imprevisto) del Sanremo 2018, quando la sua casa discografica (la Sony) propose di portare alla kermesse musicale più importante di Italia una delle canzoni didattiche che aveva scritto in quel periodo: Il congiuntivo. Ha condiviso la paura e l'emozione di salire su un palco così importante, il batticuore infinito degli attimi prima di essere presentato. Ha parlato dei cantanti conosciuti in quell’edizione del Festival, da Gianni Morandi ad Annalisa, e dei riferimenti musicali e dei miti della sua adolescenza con cui sognerebbe di collaborare, come Francesco De Gregori. 

Lorenzo, oltre ad essere un talentuoso artista, è anche un ragazzo di grande sensibilità sociale. Ha sempre dimostrato un forte impegno nel promuovere l'inclusione e la solidarietà (basti pensare alla canzone contro le barriere architettoniche “Canto anche io” scritta in collaborazione con Iacopo Melio o alla canzone “Una coca-cola con la cannuccia corta corta” sul razzismo) . Con la sua musica, Baglioni è riuscito a toccare il cuore di molte persone, e l'incontro con i detenuti del carcere Santo Spirito non è stato diverso. Spesso, queste persone sono emarginate dalla società e hanno poche opportunità di interazione con il mondo esterno. L'incontro con il cantautore fiorentino ha portato un sorriso nelle loro vite oltre che un momento di piacevole evasione. 








Ma come in tutti gli incontri precedenti, non è stato soltanto l’artista a parlare, a raccontarsi, a esibirsi. I detenuti hanno risposto con piacere e attivamente a questo momento di scambio. Salvatore, il detenuto poeta, ha declamato a Lorenzo (che lo ha accompagnato con la chitarra) tre poesie, due in napoletano e una- la più recente- in italiano. Davanti alla musicalità e alla partecipazione di quelle parole, nemmeno il cantautore è rimasto indifferente e ha deciso, ormai con la chitarra in mano, di regalare agli ospiti di Santo Spirito un po’ della sua arte, della sua leggerezza e della sua sensibilità. E nessuna cosa, credo, unisca più della musica. Così, agli accordi e alla voce di Lorenzo, si sono unite e sovrapposte quelle di altre 10 persone, che hanno cantato insieme a lui, visibilmente emozionate e divertite, L’inno del corpo sciolto di Benigni e Teresina di Marasco. Molti detenuti (per lo più stranieri) non conoscevano Baglioni e hanno chiesto quindi qualche pezzo suo. Così ha riproposto il suo cavallo di battaglia di Sanremo e il brano sulla dislessia, L’arome secco sé, in un silenzio quasi surreale che ha fatto venire, a molti di noi presenti, la pelle d’oca. Con la chitarra in mano e un pubblico con il quale ormai si trovava in uno stato di totale empatia, avrebbe potuto continuare ancora per ore. Peccato che, come sempre, i tempi di ogni incontro si devono piegare a quelli rigidi della casa circondariale e sulle note di Generale, cantata da tutti i presenti, si è concluso un altro bell’incontro nel teatro del piccolo carcere della città. Un ringraziamento speciale a Lorenzo Baglioni che è venuto da Firenze appositamente per condividere una mattina con i nostri detenuti. 

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