Un altro bridge è possibile: ricordi sbiaditi

  Un altro bridge è possibile: ricordi sbiaditi


Il bello di un torneo su Realbridge con tanti giocatori come quello di martedì scorso è sicuramente che al tavolo puoi incontrare e vedere persone che normalmente incontravi una o due volte all’anno a Salsomaggiore. A metà torneo circa, non ricordo la mano esatta, ci imbattiamo nella coppia Fellus-Pomilio. Con Robin abbiamo iniziato a giocare a bridge insieme circa 3-4 anni fa… o qualcosa meglio, adesso non ricordo. Quello che invece lui si ricorda ancora bene è una mano del torneo a coppie di quando facevamo il terzo anno allievi (2002-2003 circa) e ci tiene subito a rammentarla. La licita è andata così:


N (Fellus S)

E (Paolini)

S* (Fellus R)

O (Marini)

 

 

1

2

X

Passo

2SA

Pass

3SA

Passo

Passo

Passo



Il mio 2♥ in interferenza mostra una mano senza apertura con la sesta di cuori, tutto il resto naturale, diciamo… nel senso che erano tempi dove si licitava un tanto al peso e per questo motivo quasi sempre si finiva a giocare il contratto giusto. 


Io dovevo scegliere l’attacco con queste carte:

 

  952 

  AKT973

  J5

  32

 

Avrei potuto optare per un 4 di cuori, nella speranza che il mio ne avesse almeno 2, così da provare ad affrancare il colore al primo rientro utile del mio… ma erano anche i tempi dove si giocava un tanto al peso (e per questo motivo ogni tanto si prendevano anche mani buone), così decisi di giocare l’A di cuori, seguendo scrupolosamente gli insegnamenti del mio vecchio maestro (a pensarci bene credo che al tempo avesse meno anni di quanti ne abbia io allo stato attuale delle cose… ma questa è una considerazione a margine e come tale non ne approfondiremo troppo l’essenza). Sull’asso di cuori viene scoperto il morto che è questo e che mette il 4 di cuori sul mio asso:


  AK3

  J4

 98732

  AJ4

 

 

Il mio segue con un 6 che- nonostante al tempo contragiocassimo un tanto al peso, e proprio per quello alcune volte si mandavano sotto gli avversari- sembrava indicare un singolo. Non avendo idee migliori, decido di giocare anche il K di cuori, catturando il J ormai secco del morto. Il mio compagno si chiude in un cupo silenzio. Siccome altre volte, per la mia delusione, tale pausa era dovuta semplicemente al fatto che non si fosse accorto che stesse a lui a giocare… decido di verificare la situazione: “Stefano! Hai visto che il morto ha giocato?”. Alzando lo sguardo illuminato come colui che è stato messo a conoscenza dei segreti di Fatima, risponde: “Certo che l'ho visto!” e mette deciso sul tavolo l’asso di quadri! L'asso di quadri???  Ecco… se l’è presa e mi sta giocando contro (unica differenza con le altre volte è che lo sta facendo coscientemente).  Che gli avrò detto mai? Gioco rassegnato anche il 9 di cuori sul quale il morto mette una quadri e il mio, chiaramente in uno stato di delirio mistico, scarta anche il K di quadri. Due prese regalate agli avversari. Vabbeh, cerchiamo di finire la mano il più velocemente possibile. 

Qualcosa però non quadra. Robin, che al tempo non conoscevo ma già all’apparenza dava l’impressione di sapere il fatto suo, scuote la testa, mostra le carte e con un misto di rassegnata ammirazione, reclama 8 prese. Il contratto non è stato mantenuto. Cosa era successo? Ecco la smazzata completa:



Il giocatore in Est, che per questioni di privacy chiameremo genericamente Cicciuzzo, aveva appena effettuato il colpo dell’imperatore. Il sacrificio di due prese vincenti (per il colpo in sé ne sarebbe bastata anche solo una) al fine di creare un (improbabile) rientro nella mano del compagno, trovando così l’unico e spettacolare modo di battere il contratto!

 

Beh, in fondo un racconto ha il principale scopo di intrattenere i lettori, quindi poco importa se le cose non siano andate esattamente così. Però qualcosa di vero c’è…

Incontrammo i fratelli Fellus in uno degli ultimi turni del campionato allievi di quasi 20 anni fa. Per qualche strano motivo ricordo anche il tavolo. Eravamo nel salone moresco, nel disimpegno che, entrando nella sala, dopo 10 metri si apre sulla sinistra. Robin doveva veramente insieme le 9 prese per mantenere un 3SA (mi viene il dubbio, potesse essere un parziale a SA, chissà se l’interessato se lo ricorda meglio…) e Cicciuzzo effettuò veramente il colpo dell’imperatore ma in una forma meno spettacolare ma ugualmente apprezzabile per un allievo del terzo anno (livello a cui per affetto è rimasto legato per i successivi 18 anni): sull’asso di fiori, a 4-5 carte dalla fine, scartò il K, permettendomi di rientrare con la donna ed evitando una subdola messa in presa. Il contratto venne battuto. Di questo colpo ne va tuttora fiero e lo rammenta almeno un paio di volta all'anno (sarà questo il motivo per il quale me lo ricordo anche io molto bene).

 

Un’ultima considerazione finale, per capire come un singolo episodio, se preso nulla sua specificità, possa alterare la percezione della realtà di una persona.

Cicciuzzo (per la privacy continueremo a chiamarlo così) aveva sentito parlare di questo colpo, haimé, qualche settimana prima di andare a fare i campionati allievi del terzo anno ed era rimasto molto affascinato da questa tecnica che con un parallelismo scacchistico potremmo accostare a un sacrificio di donna. Talmente affascinato che, nei 20 turni precedenti, appena se ne presentava l’occasione scartava un asso o un re sulle vincenti degli avversari. Inutile osservare che per 20 volte tale manovra aveva portato almeno una surlevé nello score score nemico. Ed ecco che arriviamo alla questione della percezione: per oltre 20 anni Robin ha vissuto (comunque serenamente) con il ricordo di avere incontrato a quel tavolo una delle promesse del bridge moderno… mentre alle altre 20 coppie precedenti, il colpo non riuscito aveva mostrato Cicciuzzo per quello che realmente era: un amabile cialtrone!


Un altro bridge insomma è possibile, ma non proprio auspicabile!

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