Il giovanotto di Via Margutta

Mamma: e la canzone vola

Era il 1992 quando Luca Barbarossa si presentò a San Remo con un pezzo d'amore. Sì, sempre l'amore. Ma un amore diverso. L'amore verso la madre. Una canzone che trovò pubblico e critica unanimi. E non poteva essere altrimenti. La canzone sanremese è stata da sempre pervasa da canzoni d'amore, più o meno belle, più o meno scontate. Barbarossa si inserisce in questo filone e lo stravolge scrivendo quasi una lettera di scusa alla madre. Per gli anni passati lontano a causa del lavoro, del successo, della vita che spesso ci costringe a scelte e compromessi che non possiamo rifiutare. Ma la vita spesso concede seconde occasioni, attimi di riscatto, momenti per spiegare e per spiegarsi. E allora quale palcoscenico migliore di quello dell'Ariston, davanti a milioni di italiani, che criticano criticano ma che in fondo vedono e amano San Remo? 

Qualcuno potrebbe obiettare che anche le canzoni sulle "mamme" ricalcano un filone vecchio, di cui è pieno il canzoniere italiano (si pensi su tutte a "Mamma" cantata nel 1940 da Beniamino Gigli). Questo è vero, ma le canzoni sulle mamme, che ormai si potrebbero definire d'epoca, degli anni che furono, riguardavano la celebrazione dell'amore incondizionato che ci deve essere tra madri e figli, si parlava della felicità del vivere a casa, insieme alla propria genitrice. Se la sentisse qualche politico di questi tempi, la etichetterebbe come il manifesto del perfetto bamboccione (Mamma, son tanto felice perché ritorno da te. La mia canzone ti dice ch'è il più bel sogno per me! Mamma son tanto felice... Viver lontano perché? ).
Barbarossa invece vuole chiedere pubblicamente scusa di questa lontananza sofferta e inevitabile e allora a ballare, alla cena elegante, invita la madre!
Ecco il testo e il video di questa stupenda canzone.



Portami a ballare portami a ballare 
uno di quei balli antichi 
che nessuno sa fare più 
sciogli i tuoi capelli lasciali volare 
lasciali girare forte intorno a noi. 
Lasciati guardare lasciati guardare 
sei così bella che non riesco più a parlare 
di fronte a quei tuoi occhi così dolci e così severi 
perfino il tempo si è fermato ad aspettare. 
Parlami di te di quello che facevi 
se era proprio questa la vita che volevi 
di come ti vestivi di come ti pettinavi 
se avevo un posto già in fondo ai tuoi pensieri. 
Dai mamma dai questa sera lasciamo qua 
i tuoi problemi e quei discorsi sulle rughe e sull'età, 
dai mamma dai questa sera fuggiamo via 
e tanto che non stiamo insieme e non è certo colpa tua 
ma io ti sento sempre accanto anche quando non ci sono 
io ti porto ancora dentro anche adesso che sono un uomo 
e vorrei, vorrei saperti più felice 
si vorrei, vorrei dirti molte più cose 
ma sai, mamma sai questa vita mi fa tremare 
e sono sempre i sentimenti i primi a dover pagare, 
ciao mamma ciao domani vado via 
ma se ti senti troppo sola allora ti porto via. 
E vorrei. vorrei saperti più felice e vorrei, 
vorrei dirti molte più cose. 
Portami a ballare portarmi a ballare 
uno di quei balli antichi 
che nessuno sa fare nessuna sa fare più


Commenti

Post popolari in questo blog

...e Pavana un ricordo di una giornata meravigliosa

Un altro bridge è possibile: Nightmare e Postalmarket

La canzone della triste rinuncia