VoiceCast: aneddoti sulla musica e sulla voce

 VoiceCast: aneddoti sulla musica e sulla voce

 

In questi giorni, sbirciando tra la rete e tra vari gruppi Facebook, mi sono imbattuto in un Podcast molto interessante sulla musica: VoiceCast. Ho cominciato ascoltando qualche puntata qua e là incuriosito dall’argomento della puntata e poi via via, ho continuato con un ascolto più metodico fino a quasi finire le due stagioni presenti su Spotify (ma il podcast è fruibile anche su altre piattaforme). Affascinato dal modo di raccontare che mischia l’aneddoto al particolare tecnico sulla voce, di cui l’autore, per formazione professionale, è esperto, ho deciso di conoscere meglio questo ragazzo, Alessandro Sanna, nella speranza di farvi conoscere questo prodotto che, a mio modesto avviso, meriterebbe ben altra visibilità. Allora cominciamo a scoprirlo insieme.

 

C: Ciao Alessandro, per prima cosa mi preme rinnovarti pubblicamente i più sinceri complimenti per VoiceCast, a cui mi sono affezionato. Come ti sei appassionato e avvicinato al mondo del podcasting?

 

A: Il mondo dei podcast alla fine è solo una costola di quel mondo più grande che è la Radio, in tutte le sue declinazioni. Sono stato da ragazzino un grande ascoltatore di Jack Folla su Radio 2, in età adulta ho seguito Amnèsia e gli altri format di Matteo Caccia sempre su Radio 2 (e del quale ho avuto il piacere di presentare un libro qui a Sassari) e poi fondai una web-radio insieme ad altri amici e amiche che si prefiggeva l'obiettivo di creare format originali e sperimentare, e devo dire che è stata una bella palestra preparatoria a quella che poi è diventata l'attuale passione per i podcast. 

 

C: Ora ho capito perché sei così “professionale”, una buona palestra prima! Alcuni li hai già accennati ora, ma quali sono stati o sono i tuoi podcast di riferimento? Podcast che ami ascoltare o podcast che sono per te un modello di ispirazione… 


A: L'idea di far nascere il mio podcast prende ispirazione fondamentalmente da "Da Costa a Costa", il podcast su società e politica americana che il vicedirettore de "ilPost" Francesco Costa teneva con cadenza bisettimanale e che sia come format (del quale ho spudoratamente copiato alcuni aspetti) e sia come contenuto mi ha letteralmente tenuto incollato alle cuffie per un paio di mesi, divorando tutte le puntate.

 

C: “Da costa a costa” è piaciuto molto anche a me (fatta eccezione per alcune puntate).Tra l’altro comprai anche “Questa è l’America” che uscì subito dopo, ma mille volte meglio il podcast!  

Quando ho ascoltato per la prima volta VoiceCast, mi ha fatto venire in mente il migliore John Vignola. Come nasce l’idea di questa tua bellissima creazione?

 


A: VoiceCast nasce da una ricerca fallita, mettiamola così. Dopo "Da Costa a Costa" ho cercato un podcast con un format simile ma che parlasse della mia più grande passione, cioè la musica e la voce. Ho ascoltato moltissimi podcast musicali, non solo italiani, e non ho trovato il format che cercavo. A quel punto, quando qualcosa non esiste, c'è solo una strada: farla tu. Il paragone con John Vignola mi onora e mi imbarazza, anche, perché anche lui è uno dei miei punti di riferimento. A tal proposito, se vi è piaciuto voiceCast, vi consiglio anche un altro podcast musicale che a me è piaciuto ed è prodotto da RaiPlaySound: si chiama "Latitudine Soul" ed è un podcast di Luca Sapio, con la voce di Luca Ward. 

 



C:
 Lo vado a cercare e invito a farlo a tutti quelli, e per fortuna ce ne sono, che si occupano o si interessano di musica. Non è mai facile (per lo meno per me) abituarsi a un nuovo podcast.  
Quanto ti ci vuole per creare una puntata, intendo trovare l’idea, scriverla e poi registrarla?

 

A: All'inizio di quest'avventura creavo durante la settimana, scrivevo un pezzetto nei ritagli di tempo, poi ne scrivevo un altro, alla fine tra il lunedì e il venerdì più o meno scrivevo tutta la puntata e poi tornato a casa dal lavoro il venerdì sera registravo (circa 30 minuti), poi facevo il montaggio (circa 1h30') e poi tutta la fase di caricamento sui social, scrittura newsletter e piccola promozione sui social che mi prendeva altre due ore circa. Ora invece, mi prende circa sei-sette ore che però faccio di fila, o il venerdì sera (tra le 18 e l'01 di notte) oppure il Sabato.

 

C: Un lavoro a tutti gli effetti, come ricordi tu spesso a fine puntata. La prossima settimana inizia la rassegna più importante per la musica italiana che io seguo sempre con molto piacere. Volevo chiederti: ci sarà uno “speciale Sanremo” quest’anno? Quello dell’anno passato l’ho trovato molto interessante.


A: Assolutamente si! Ci sarà perché credo che Sanremo sia un appuntamento imprescindibile per chi è curioso di come si muove il mondo della vocalità in Italia. Superficialmente può sembrare uno spettacolo trash e banale, ma in realtà è una fotografia chiarissima del mainstream musicale e vocale italiano sia passato, che presente e anche futuro (l'anno scorso l'exploit del tormentone estivo "Mille" potevano prevederlo solo quelli che si erano resi conto della gran figura fatta da Orietta Berti al Festival, luogo dove è nata la collaborazione che ha portato poi al singolo). 

 

C: Ascoltando il podcast, è difficile capire che questo tu non lo faccia di mestiere, anche se hai appena spiegato da dove nasca la tua preparazione in questo campo. Ma di cosa ti occupi nella vita “vera”?


A: Mi piacerebbe farlo di mestiere, ovviamente, e per il futuro ho già qualche idea di nuovo format da scrivere insieme ad altri amici e che tratterà di tutt'altro rispetto a VoiceCast. Il mio mestiere principale però è quello di fare il Logopedista (principalmente esperto in disturbi della voce cantata, parlata e professionale). Capisci bene che gli studi che la mia professione mi ha portato a fare son stati cruciali per il punto di vista che metto nella scrittura, perché mi aiuta a vedere (e quindi far vedere agli ascoltatori) degli aspetti della vocalità di tizio o caio che possono essere interessanti e che magari non sempre vengono analizzati a dovere.

 

C: Io, devo dire, ho apprezzato molto, nelle varie puntate, il tuo punto di vista originale e tecnico sulle voci e sulle vocalità. E spero che, accanto ai tuoi prossimi progetti, non abbandoni questo da cui sei partito.

ll mondo del podcasting è ancora un territorio sconosciuto ai più, cosa consigli a chi vuole iniziare questa esperienza? Servono attrezzature costose?


A: E’ vero, è ancora un mondo sconosciuto ai più ma sta crescendo a un ritmo molto alto, al punto che in Italia manca probabilmente un organismo di raccordo tra produttori (pochi) e podcaster (moltissimi) che consenta un'opera di talent-scouting e tutela di podcaster emergenti e validi. Consiglio di provare, citando Mao, perché "anche la grande marcia è iniziata con un passo" e quindi fatelo questo passo. Provate, sbagliate, fate esperienza e poi cambiate quello che vi sembra non stia andando bene. Non puntate subito al pubblico, il podcast principalmente lo fai per te stesso e il successo non arriva necessariamente per tutti. Fate dei piccoli risultati delle grandi vittorie, ogni persona che ha deciso di destinare 30 minuti della loro vita ad ascoltarvi sta mettendo voi, come priorità, davanti a tutto il resto in quel momento. Basterebbe anche solo questo per essere felici. La strumentazione non necessariamente deve essere costosa. Esistono podcast da milioni di ascolti fatti con microfoni USb da 60€ e montati con Audacity (un software gratuito di editing audio). Si può fare, io personalmente uso un microfono a condensatore di fascia medio-bassa collegato a una piccola scheda audio e faccio poi il montaggio con un software che si chiama Ableton Live. 

 

C: Secondo me ci sono moltissimi che avrebbero storie interessanti da raccontare, ma sono semplicemente frenati (inizialmente come lo sono stato io) dal fatto di non sapere come iniziare! Allora rinnovo l’invito tra i miei amici: fate questo piccolo passo e provate! Ma intanto vorrei continuare, nel mio piccolo, a far conoscere il tuo progetto. Per chi si vuole iscrivere alla tua newsletter o vuole seguire il tuo podcast, cosa deve fare? 


A: Potete seguire "VoiceCast" su quasi ogni servizio di streaming, ricordatevi di mettere il "follow" e di iscrivervi alla newsletter (dove inserisco approfondimenti sulla puntata) su voicecast.substack.com/subscribe e se vi è piaciuto VoiceCast sono felice e vi ringrazio! 

 

C: Grazie Alessandro e speriamo di aver avvicinato altre persone, se non alla creazione, almeno all’ascolto di nuovi podcast! A presto.

 

A: Grazie a voi. A presto.




 

Commenti

Post popolari in questo blog

...e Pavana un ricordo di una giornata meravigliosa

Un altro bridge è possibile: Nightmare e Postalmarket

La canzone della triste rinuncia