Matematica d'evasione

Matematica d'evasione
(Numeri dal carcere)

Portavo la pipa per i Lupi e arrivai a un accampamento nemico abbandonato sul Rosebud. Nel luogo avevano costruito delle capanne di rami e frasche: da esse capii che il nemico ci superava di numero. Ma per sapere quanti guerrieri ci fossero nel gruppo Sioux, noi Lupi attendemmo fino a che non arrivarono i nostri uomini, e poi li facemmo entrare nelle capanne. Dopo che furono entrati tutti, rimanevano quasi altrettante capanne libere, e così valutammo che i Sioux ci superassero circa di due a uno (Molti Trofei, Una vita sul sentiero di guerra. Autobiografia di un capo Crow, 1930). 

Mi chiamo Claudio Marini e insegno matematica da molti anni nella casa circondariale di Siena (carcere gestito dal CPIA1 di Siena), una piccola struttura che ospita mediamente 50-60 detenuti di diverse etnie, religioni, età, lingue e provenienze. Non è semplice seguire un percorso didattico con studenti che spesso non hanno solide basi di partenza (a volte non le hanno proprio), che hanno evidenti problemi con la lingua italiana parlata e scritta e che per vari motivi non frequentano regolarmente le lezioni. Tutte criticità che si sono presentate ogni anno più o meno nella stessa maniera e alle quali col tempo, ho provato a fornire una soluzione, cercando di trasformare una difficoltà in un’opportunità. Ho cominciato quindi a proporre degli argomenti che potessero destare l’interesse dei detenuti, che potessero essere compresi anche da chi a mala pena sapeva fare di conto, ma che allo stesso tempo potessero fare apprezzare la grande bellezza della matematica a chi, fino a quel momento, l’aveva vista solo come un arido esercizio di calcolo. Un po’ alla volta gli studenti hanno capito che la matematica è la storia di uomini straordinari, di intuizioni folli, di costruzioni eleganti e hanno seguito, pur con qualche indugio, le idee che stanno dietro a grandi teoremi e a grandi congetture. Tra un’equazione ordinaria e un noioso problema di statistica hanno sbirciato la matematica dei giganti: dagli algoritmi arabi per la moltiplicazione fino alla formula di Eulero per i poliedri, dagli inganni del calcolo delle probabilità ai mostri logici delle antinomie e dei paradossi. 
Ho inserito via via i suggerimenti di alcuni colleghi più esperti di me (come Paolo Pagli e Antonella Castellini), spunti presi da libri di matematica divulgativa o DVD davvero interessanti che strada facendo non mancherò di segnalarvi, problemi e risoluzioni trovati in rete da siti o blog stimolanti (primo fra tutti Base5 di Gianfranco Bo). La mia fatica, e vi assicuro non poca, è stata quella di riunire in 20 lezioni tutte queste idee, tutti questi suggerimenti, tutti questi spunti. Queste lezioni non vogliono essere esaustive e non hanno quasi mai correlazioni le une con le altre. Non c’è bisogno di leggerle tutte, né di leggerle in ordine. Le lezioni, poiché scritte nell’arco di cinque anni, sono molto diverse tra loro, per lunghezza, modo di esposizione e stile. Tutte però risultano divise in due parti: la prima più immediata dove si espongono gli aspetti fondamentali di una determinata questione e vengono posti dei quesiti, generalmente non troppo complicati, per mettere alla prova il lettore curioso; la seconda parte (Oltre lo specchio) dove si approfondiscono alcune tematiche della prima e dove vengono introdotti spunti leggermente più profondi e delicati. In questa parte vengono inoltre riportate le soluzioni o dei suggerimenti per i quesiti della sezione precedente e proposti di nuovi, la cui funzione è soltanto quella di sviluppare un atteggiamento critico e curioso nei confronti di problemi non banali. Non importa arrivare a una soluzione in questo caso, ma è molto costruttivo capire quale potrebbe essere il percorso da intraprendere per arrivarci o semplicemente intavolare una discussione a riguardo. 








Oltre a cercare di spiegare gli aspetti meno conosciuti e più interessanti di questa disciplina, nelle seguenti pagine ho voluto accentuare l’aspetto d’evasione tipico della matematica. Alcuni quesiti o problemi richiedono una dedizione maggiore, una capacità di astrazione che si raggiunge soltanto lasciando da parte ogni altra preoccupazione o cruccio. Il detenuto non è un semplice studente. Deve convivere quotidianamente con tanti pensieri allo stesso tempo: il senso di colpa per un errore che si trova a pagare, la tristezza per i figli che crescono lontano da lui, la rabbia mista a nostalgia per un partner che vorrebbe avere accanto, il timore per l’avvicinarsi di una sentenza di un giudice, etc... Allora nasce la necessità di tenere la testa altrove, lontano dalle ansie. Il teatro e un po’ di attività fisica durante il giorno aiutano sicuramente in questo senso. Ma nella solitudine della cella serve altro. La matematica, a tutti i livelli, può portare la mente di una persona altrove. Non importa con quali risultati. L’importante è lasciarsi momentaneamente alle spalle un processo, una sentenza, una situazione difficile. Con questo libro ho provato a dare tanti spunti e tanti problemi su cui riflettere. Scriveva il filosofo francese Pietro Ramo: 

L’uomo è confinato nei limiti angusti del corpo, come in una pri- gione, ma la matematica lo libera, e lo rende più grande dell’intero universo. [...] Sballottato qua e là, senza meta, dalla tempesta del- le passioni, la matematica gli restituisce la pace interiore, risolven- do armoniosamente i moti opposti dell’anima, e riconducendola, sotto la guida della ragione, all’accordo e all’armonia. 

Buona lettura a tutti. 

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