La mia prima volta a Salsomaggiore

La mia prima volta a Salsomaggiore

Siamo appena tornati da Salsomaggiore, stanchi, distrutti, provati... ma felici. E' stata la mia prima volta a Salsomaggiore senza toccare una carta. Sicuramente ne ha giovato il bridge... però è stata davvero strana. Insieme al presidente dell'associazione Siena Bridge e alla fedele compagna di scorribande bridgistiche Giovanna abbiamo accompagnato ai campionati under 26 BAS (Bridge a scuola) la nostra compagine di 8 meravigliosi bambini tra la seconda media e il primo superiore. 


Siamo venuti qua con un solo grosso obiettivo: quello di divertirci tra i tavoli con altri bambini venuti a Salso per lo stesso motivo. Nessuna aspettativa di premio, di podio, di prestazioni particolari. Hanno iniziato da poco a giocare e hanno giocato davvero poco nei mesi precedenti (i bambini adesso sono davvero stracarichi di impegni extrascolastici... ginnastica, pallavolo, musica, scacchi, danza, progetti PON...) comunque avevano piacere a giocare e questo era quello che contava. Il corso di licita, soprattuto con le quattro bimbe più piccole, si è fatto di corsa e nelle linee essenziali, però l'importante quest'anno era esserci. E ci siamo stati. Partenza il Giovedì. Arrivo in albergo, sistemazione nella camere, pranzo e poi subito ai tavoli. Si comincia. Ai tavoli. Emozionati come a molti di noi è capitato la prima volta che siamo venuti a giocare in questo bel palazzo di Salsomaggiore. I tre arbitri danno via al primo turno di gioco. Intanto c'è da prendere confidenza con quelle strane calcolatrici per scrivere i risultati. La generazione 2.0 per fortuna non ha di questi problemi. Dopo 10 minuti le sapevano usare meglio di me e Giovanna. Bene. Primo ostacolo superato. Arrivano i primi risultati. Le nostre quattro coppie si sparpagliano per tutta la classifica. Nel corridoio antistante la sala delle Cariatidi dove giocavano, sulla app della federazione seguiamo passo passo i risultati con una trepidazione che "manco fosse la finale di champions che non possiamo vedere in televisione o sentire per radio". I tre turni del mitchell sono di rodaggio per loro che non avevano mai fatto un torneo di più di 5 mani. Si abituano ai tempi, ai movimenti delle coppie e dei boards (grazie anche a una direzione di gara impeccabile). Noi ci abituiamo a vederli arrivare strafelici per un top o con il muso lungo per un'incomprensione licitativa o una mano giocata, diciamo, con un po' di superficialità. Ma siamo lì, tutti e tre, pronti a complimentarci per un top assoluto conquistato sul campo ("bravi, bravi avete fatto bene a far giocare 7SA-4") e a consolarli per un disastro imprevedibile ("sarei passato anche io sulla stayman con la quarta di fiori dai... peccato... come potevi immaginare che avevate 6 cuori"). Per essere la loro prima volta si sono comportati benissimo. Hanno incontrato bambini che giocavano già da 4 o 5 anni. Altri che giocavano da un anno ma avevano 23 o 24 anni (del BASS... Bridge a Scuola Serale?). Vedere le nostre bimbe spaventate al tavolo con quegli energumeni ci ha fatto sorridere. Soprattutto quando le nostre li hanno legnati. In fondo le avevamo avvisate: "dovete giocarci a bridge, non farci a schiaffi!". Due delle nostre coppie che giocavano da un po' più tempo hanno lottato fino alla fine per il podio. E una di queste coppie ha vinto il primo Ladies con un sesto posto assoluto. Ecco a questo proposito vorrei dire una cosa alla federazione. Capisco che possa essere una  prassi consolidata... ma è brutto scrivere nella targa da consegnare a una coppia di bimbe "Prima coppia classificata Signore"! Hanno 13 e 14 anni rispettivamente Sara e Gloria... mettiamo girls... ragazze... o qualcosa di simile il prossimo anno.



Alla fine della mattina del secondo giorno, accanto al più che giustificato entusiasmo per delle posizioni nemmeno lontanamente immaginabili alla partenza delle due coppie di "grandi", c'era da gestire il malumore e gli occhi lucidi delle più piccine che non erano riuscite a raggiungere gli obiettivi sperati (anche se, per onor di cronaca, va detto che dietro di loro c'erano ancora tante coppie). Il mitchell è servito per rompere il ghiaccio, per abituarsi all'ambiente, per prendere confidenza con le carte. Nel pomeriggio del secondo giorno con le squadre c'era l'occasione giusta per  rifarsi. Allora via! 





Iniziano le squadre. Non è chiaro ai bambini quali siano le differenze tra questo gioco e quello del giorno prima ma non importa. Si prova a fare in ogni caso più prese possibili. Poi si starà a vedere. Il primo dei tre segmenti delle squadre inizia nel migliore dei modi per entrambe le nostre piccole formazioni e al termine della sessione si trovano rispettivamente al quarto e al quinto posto assoluto. C'è rischio di derby. Il morale torna su e ritornano a tavola i sorrisi anche delle più piccine. Ma c'è poco tempo per gongolarsi. Dopo cena si torna subito a giocare. Per chi non era abituato a giocare più di 30 minuti in una sola volta giocare tutte queste mani di fila con la sola interruzione dei pasti può essere provante. Metteteci anche il fatto che questi bambini di 12-14 anni di norma alle 10 sono già a dormire... ed ecco che le più piccine (ma anche un po' le grandi) subiscono le ingiurie del sonno e della stanchezza e perdono posizioni importanti. Le grandi però si riprendono (giocando con avversari più addormentati e stanchi di loro) e, a una sessione della fine, sono quarte, a pochi VP dal podio. Ci sarà una notte agitata da passare. Le piccole sono sprofondate in classifica e l'umore torna sotto i piedi. Ma manca solo una sessione poi si torna a casa! L'ultima mattina la squadra dei più grandi ha giocato molto bene (non bisogna mai dimenticarsi che sto parlando di ragazzi che hanno iniziato da pochi mesi) e hanno battuto 2 delle 3 squadre che alla fine saliranno sul podio. Queste squadre erano composte di ragazzi molto più grandi di loro. Questo vuol dire che se la potevano veramente giocare con tutti. Che sono stati davvero bravi. E soprattuto, che l'età in questo gioco non conta davvero nulla. Giovannino Donati ne sa qualcosa. 




Arriviamo all'ultimo incontro (di 5 boards) dove si lotta per il quarto posto. I primi tre ormai sono lontani. Il quarto posto è davvero un traguardo fino al giorno prima impensabile per questi ragazzi. Fuori dalla sala, attaccati agli smartphone come adolescenti smanettoni, io e il presidente seguiamo mano mano quello che succede. Facciamo previsioni, cerchiamo di capire, tifiamo... niente. Purtroppo il cammino dei nostri finisce al quinto posto per soli 0,40 VP. Bravissimi in ogni caso. Si va alla premiazione con i ragazzi del tutto all'oscuro di quello che sarebbe successo di lì a poco. Noi qualcosa sapevamo, ma abbiamo preferito non dire nulla. Oltre alla miglior coppia Ladies infatti la squadra dei grandi porta a casa il premio come prima classificata tra le squadre senza giocatori di terza categoria al suo interno mentre le piccole conquistano il titolo di prima squadra Ladies, composta solo da bambine. E questa è stata una graditissima sorpresa anche per noi.


Con Giovanna e Paolo volevamo rendere l'esperienza ulteriormente formante per i ragazzi cercando di commentare e rivedere le mani che, a conti fatti, si sono rivelate nefaste, soprattutto in fase licitativa. L'impresa si è rilevata subito più ardua del previsto per situazioni del tipo: 

- Come avete fatto qui a giocare 2 fiori quando avevate 10 cuori in linea?
+ Fammi vedere le carte e ti dico...
- Eccole
+ Ma io ero Nord o Sud...
- Io ti avevo lasciata seduta in Est
+ Ah giusto... boh avevo 13 punti ho aperto 1 fiori
- Quello è ovest... tu sei quell'altra
+ Ah vero... allora sono passata e poi ha aperto la mia compagna
- No apre quello dopo di te...
+ Vero... però forse si era scordato ad aprire...
- Con 16 punti?
+ No no vero... ha aperto di barrage...
- Con 16 punti?
+ Dai mi fa male la testa posso andare fuori con le altre?
- Vabbeh... brava lo stesso. Bravissima! Ottima, soprattutto la presenza al tavolo.



Che dire? Tirando le somme è stata davvero una bellissima esperienza. Per tutti. Per me e Giovanna che siamo venuti a Salso per vedere i bambini che da Ottobre abbiamo seguito insieme (e insieme a Vittorio che non è potuto venire) e a cui abbiamo provato a trasmettere il nostro entusiasmo, che è sicuramente più grande della nostra tecnica. Per il presidente (Paolo Abbo) che ha condiviso con noi e con i bambini tutte le sfumature di umori: dalla pazza gioia  per le vittorie schiaccianti alla delusione cocente per le botte prese. Per due genitori che sono venuti a vedere cosa diavolo facessero davvero i loro figli nel doposcuola e in cosa consistesse questo gioco (io non avrei mai mandato mio figlio minorenne tre giorni a Salso sotto la responsabilità di uno come me!). Soprattutto è stata una bellissima esperienza per i bambini che hanno vissuto i tre giorni come una gita scolastica un po' stancante e hanno visto quanti altri giovani ci sono in giro per l'Italia che condividono con loro la passione per il più bel gioco di carte del mondo. 



Devo dire che molto del merito del successo di questa iniziativa va alla federazione che ha organizzato l'evento in maniera impeccabile. Ha offerto vitto e alloggio a tutti i ragazzi presenti, incentivando così notevolmente il numero dei partecipanti. 5 anni fa, quando ero under 26, avrei pagato pur di passare 3 giorni gratis a giocare a Salso! Gianni Bertotto e Luca Frola sono stati subito molto sensibili e disponibili alle nostre richieste (di carattere motivazionale) su piccole variazioni da fare al momento della premiazione. Francesca Canali ha scritto in mezz'ora un bellissimo articolo sui ragazzi della Marmocchi facendogli provare un assaggio di quello che per tutti i bridgisti più navigati è il "Bollettino". Stefania Cerlini ha fatto tantissime belle foto che conserveranno come un prezioso ricordo della loro prima volta a Salso.  



Dopo la premiazione tutti a mangiare insieme. Alcuni dei ragazzi avevano socializzato con altri (avevamo portato i bambini più belli dell'intera sala!), si era scambiati i contatti dei social, di whatsapp o solo qualche sorriso. Peccato magari farli perdere di vista solo perché la timidezza o la mancanza di tempo non gli hanno dato modo di fare un mezzo passo in più. E allora, sulla strada del ritorno, mentre si faceva un'ora di fila sulla Bologna-Firenze arriva la telefonata del presidente Abbo che mi rendere partecipe di una proposta interessante. Perché non fare una pagina Facebook gestita e dedicata interamente agli under 26? Una pagina dove gli unici requisiti richiesti siano l'età e la passione per il bridge, dove i ragazzi si possano dare appuntamenti per giocare dal vivo o on line, dove possano chiedere aiuto o spiegazioni su qualche licita o su qualche mano (certo non ci sarà, per sopraggiunti limiti di età, il mio maestro e compagno Duccio ad aiutarli... ma anche quel Giovanni Donati di cui sopra e altri non mi sembra poi tanto male). Nonostante venga dal mio solitamente polemicissimo presidente, mi sembra un'ottima idea su cui riflettere e agire al più presto. 






Sabato pomeriggio siamo tornati a casa, stanchi, distrutti, provati... ma felici. 





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