Un altro bridge è possibile: il quarto colore
Un altro bridge è possibile: il quarto colore
Tra i vari aspetti gradevoli di giocare su Real Bridge è che ce ne sono praticamente ogni giorno (e anche più di uno al giorno) ed è quindi più facile trovare il tempo per farne uno con un allievo. E questa mi sembra un’ottima cosa. O almeno così pensavo prima di martedì scorso quando non volendo soffrire davanti al televisore a vedere la probabile disfatta in coppa Italia della Juve contro la corazzata di Conte, ho deciso di distrarmi in altro modo.
Così decido di giocare con questa allieva il torneino piccolo ma ben curato dell’associazione di Siena: un Howell di 5-6 tavoli, con una normale preponderanza di simpatiche coppie locali e qualche gradito ospite dalla Sicilia e dalla vicina Firenze.
Il torneo, con i fisiologici alti e bassi, scorre bene. L’allieva, a parte qualche inevitabile incertezza, è ligia al sistema e mette in pratica pedissequamente ogni singola regola che ha recepito nei corsi on line (si è avvicinata al bridge con i corsi a distanza!) e, per qualche strana combinazione del destino, a due mani dalla fine siamo secondi pronti a superare i primi al fotofinish, pochi punti avanti a noi. La seconda piazza è di tutto rispetto, è vero, ma come ci hanno insegnato proprio gli amici interisti, ci si ricorda soltanto dei primi! Anche in un piccolo torneo del martedì sera di 5-6 tavoli. Ma nel bridge la buona volontà e la verve agonistica da sole non bastano. Serve la mano giusta al momento giusto. Ed ecco che qualcuno più in alto sembra avermi ascoltato.
Board n.17, tutti in prima, dichiarante Nord (la mia meravigliosa compagna) che apre 1 picche. Passa l’avversario in Est e queste sono le mie carte:
♠ 4
♥ QJT976
♦ -
♣ AQ9653
Una 6-6! Giochiamo una quinta nobile senza troppi fronzoli, anche perché la ragazza (pur essendo una promettente allieva) gioca da meno di un anno. E comunque, anche con qualche accordo in più, la situazione sarebbe stata in ogni caso delicata. Decido per una licita prudente: 1SA… con 25 carte che non vedo tra picche e quadri, sicuramente non finirà così… passa l’avversaria alla mia sinistra e dopo una breve riflessione, la mia compagna licita 3 Quadri. Bene! E’ ora di tirare fuori gli artigli e andare a prenderci di forza questo primo posto: 3 cuori. Passa ancora ovest e con qualche tentennamento la mia chiude a 3SA. O meglio pensa di chiudere a 3SA, perché io con una mano leggermente sbilanciata come quella che avevo, di lasciare il 3SA proprio non me la sento. Allora cosa licitare? La bellezza di questo gioco, quello che lo rende unico e parecchio differente dagli scacchi è il rapporto (spesso conflittuale) con il compagno di gioco. Se gli scacchi sono una metafora di una guerra armata a tutti gli effetti, il bridge è più nel concreto una parodia dei rapporti umani, lavorativi, cooperativi della vita di tutti i giorni. E se nel primo devi essere pronto a tentare un attacco che sorprende la retroguardia nemica, nel bridge devi per prima cosa cercare di aiutare e sostenere nelle decisioni importanti il partner. Fate l’amore non fate la guerra: bridge VS scacchi!
Proprio per fugare ogni minimo eventuale dubbio nella mente giovane e inesperta del mio compagno, decido di tagliare la testa al toro licitando 6 Fiori, ovvero scegli tra i miei due pali quello dove hai almeno 2 carte!
Il bello di real bridge è che puoi vedere le espressioni del compagno: ti saluta, ti sorride, pensa alla carta o al cartellino più opportuno da licitare…
Il brutto di real bridge è che puoi vedere le espressioni del compagno. E non mi riferisco a quando ti saluta o ti sorride… a quando, come in questa mano, la vedo sprofondare in mille pensieri che dal cruccio che mostra sembrano davvero complicati. Comincio a pensare che abbia una 6-6, una 7-6… dalla faccia- tanto è lo smarrimento- comincio a ipotizzare anche una 7-7… Ma bisogna avere fiducia nel proprio compagno. Sempre! E dopo un lunghissimo minuto di esitazione clicca su un poco rassicurante 6SA!!! Ecco la licita per intero:
N | E | S | O |
1♠ | Passo | 1SA | Passo |
3♦ | Passo | 3♥ | Passo |
3SA | Passo | 6♣ | Passo |
6SA | Passo | Passo | Passo |
La paura diventa terrore quando dopo l’attacco di K di picche, scopre le sue carte:
♠ A8752
♥ K
♦ AK75
♣ KJ2
Attacco K♠
♠ 4
♥ QJT976
♦ -
♣ AQ9653
Vedo KJ2 di fiori… insieme alla rimonta sfumata! 6♣ erano imperdibili e 6SA, haimé, infattibili… a meno di qualche combinazione all’8 per mille, tipo chiesa cattolica…
Tiro le carte una appresso all’altra senza riflettere più di tanto sul piano di gioco (e in questo la differenza è sottile con quello che faccio di solito). Il primo posto è sfumato, però un dubbio me lo voglio togliere. E quindi, con tutto il garbo e il contegno che sempre bisogna mostrare quando si gioca con un’allieva, chiedo: “Apprezzo molto, cara compagnuccia, la tua accorta riflessione e me ne compiaccio. Potrei sapere però, di grazia, qual è la ragione per la quale hai licitato 6SA invece di passare sul 6♣?[1]” E come avessi detto la cosa più banale del mondo, con quel sorriso disarmante, risponde: “Dovevo passare sul quarto colore?” E come darle torto, quando forse ero stato proprio io a spiegarle che sul quarto colore per nessuna ragione al mondo si deve passare…?
Quando il destino si accanisce e decide di prendersi gioco di noi, ecco che interviene l’avversaria in Ovest (che chiameremo Cate Burg per tutelarne l’identità) che con un impercettibile accento siciliano, puntualizza: “Chè ti arrabbi se ti dico una cosa? Se prendi subito di asso le facevi anche…” E allora insieme a quell’8 per mille che si era presentato, finisco di rivolgere gli ultimi pensieri a tutti i santi, alla compagna e alla Cate Burg! Ai soli fini di cronaca, non solo non abbiamo conquistato il primo posto… ma siamo serenamente usciti dal podio!
E meno male che la Juve ha vinto!
Ecco la mano completa.
[1] Le parole precise potrebbero essere state leggermente differenti ma al momento della stesura del presente testo è difficile ricordarle con maggiore precisione.
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