Un altro bridge è possibile: Nightmare e Postalmarket

 Un altro bridge è possibile: Nightmare e Postalmarket


Il bello dei tornei su Real Bridge è, come ho già detto più volte, la possibilità di giocare con persone lontane, amici che solitamente si incontravano soltanto ai campionati di Salsomaggiore e che adesso abbiamo invece a portata di clic. Un piacevole inconveniente legato al sedersi a un tavolo con persone con cui non si gioca abitualmente è quello di non avere un grande affiatamento di coppia, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto licitativo. E allora, 5 minuti prima del torneo, velocemente scioriniamo all'altro tutte le cose principali che ci vengono in mente: come fai la richiesta di Donna d’atout, sulla Ghestem interferita cosa liciti con l’appoggio secondo di Re nel tuo palo, ma se aprono un SA debole cosa è il 2SA del quarto di mano?… e altre 100 menate simili, per poi accorgersi, appena ci vengono servite le prime carte, che ci siamo dimenticati a chiedere se giochiamo quinta nobile o fiori forte, se 1SA lo giochiamo con o senza quinta nobile e altri piccoli dettagli più importanti di quelli chiariti prima dell'inizio del torneo. Ma in fondo è anche questo che rende il bridge un gioco meraviglioso e unico per socialità e spirito di adattamento.

Vi voglio oggi raccontare di un episodio di incomprensione licitativa capitato qualche anno fa a Salsomaggiore a me e al mio prode compagno, di cui, per tutelare la privacy, diremo solo le iniziali: D.F. Vista così mi rendo conto che qualcuno potrebbe pensare si parli dell’altro Duccio senese, quello più grande e più bravo. Ma vi posso assicurare che non è così.

Dopo appena 14 anni che giocavamo insieme, stavamo finalmente lottando per la posizione che ci competeva: conquistammo infatti il terzo posto al torneo dell’Ovo di Poggibonsi del 2017. Due mesi dopo quel mezzo trionfo (che- faccio spoiler- resterà l’unico dell’anno) ci troviamo a giocare nell’eccellenza del societario a coppie a Salsomaggiore. 

Sembra strano scrivere di un campionato trascorso per la gran parte del tempo in  fondo alla classifica. Ancora più strano è conservare dei ricordi positivi di quell’esperienza. 

Sedersi al tavolo contro coppie nel giro della nazionale come i grandissimi e simpaticissimi Lo Presti- Mazzadi, Cima- Fioretti, oppure contro gli autori del sistema che con molta fatica a quel tempo si provava a imparare (sbagliando due licite consecutive proprio contro Lanzarotti) è una sensazione strana. 

Arrivare ultimi (senza appello!) non fa mai piacere, sia ben chiaro. Se però si riesce a guardare oltre l’impietosa classica, a giocare con serenità, carta per carta, fino all’ultimo board, senza tirare colpi solo perché non si ha più nulla da perdere (rischiando di falsare qualche incontro) allora ecco che dai molti (troppi) errori si può imparare qualcosa e l’esperienza- per quanto destabilizzante- può diventare costruttiva. Tengo a precisare che il mio prode compagno si è comportato meravigliosamente anche nelle situazioni più critiche. Impeccabile nel gioco della carta, Svizzero nel sistema e %$£$%£% nel controgioco. Pochissimo polemico al tavolo (certo quei due o tre scazzi su 150 mani ci sono stati, stiamo pur sempre parlando di D.F.) e subito sereno e ben disposto a ridiscutere degli errori sul sistema, sul gioco della carta o sul controgioco mentre sedevamo a tavola in albergo, dove – per un contratto non scritto con le nostre rispettive dolci metà- abbiamo seguito una dieta strettamene vegana e ipocalorica. Col senno di poi, non escludo che ci sia stata qualche relazione tra alimentazione e rendimento.

 

Vi racconto qui quello che è successo nll’incontro che ci vedeva al tavolo contro la coppia Lanzarotti-Franchi.

Era la seconda mano e il mio prode compagno Duccio apre 1 Fiori del Nightmare (del quale il simpatico Lanzarotti rivendica immediatamente la paternità). La cosa, evidentemente, emoziona la coppia tosco-laziale che fino a quel momento non aveva avuto nessun fuori campo a causa sistema.

La licita si sviluppa così


 


Per completezza di informazione voglio riportare qui sotto anche i pensieri durante tutta la licitazione:

 

1-    “Ora caro il mio Lanzy ti faccio vedere come ti uso il tuo sistemino contro di te”

2-    “Meno male questa sequenza è pure facile…”

3-    “Mano di 15-17… la so la so la so la so!!!”

4-    “Si potrebbe giocare 1SA con la sala… ma dobbiamo recuperare, giocare 2fiori nella mia ignobile quinta in una mano di 4 punti mi sembra una valida alternativa… così il Lanzy impara!”

5-    “Ho 4 carte di picche… questa è facile… vuoi vedere che magari si chiama anche slam con il Nightmare contro il Lanzy…”

6-    “O cazzo… cazzo… cazzo…. A saperlo passavo su 1 fiori… no dai… ma che davero davero… vabbeh, se poteva giocare 1SA giocherà, ravvedendosi, 2SA o magari, avendo il fit, 3 fiori”

7-    “mmmmm era invitante…. Probabilmente le picche non le aveva… senti la manche la chiamiamo, poi si vede”

8-    “DUCCCCINOOOOOOOOO CAZZOOOOOOOO”

 

In tutti gli altri tavoli i risultati sono stati tra l'1SA-3 e l'1SA-4. L’eccellente gioco della carta del mio prode compagno ha fatto sì che il contratto cadesse solo di due prese. Alla fine lo score recitava un buon 68%!

 

Probabilmente è stata una delle poche mani buone di tutta la nostra permanenza salsesina di quell’edizione, per il rammarico dell’inventore del sistema. Per chiudere degnamente questo ricordo, vale la pena riportare il criptico dialogo a fine mano tra il mio prode compagno (la cui identità è nota solo agli archivi di Salsomaggiore di quell’anno) e il simpaticissimo Lanzy.

 

Lanzy (sorridendo): Mi sa che il Nightmare non lo hai studiato mica tanto bene…

Duccino: Eh si, mi sono confuso… mannaggina…

Lanzy: Forse quella pagina ti è rimasta appiccicata eh eh…

Duccino: Beh quello no… le uniche pagine che mi rimanevano appiccicate erano quelle del Postal Market...


E poi qualcuno, giustamente, si chiede che ci facevamo in eccellenza… in realtà me lo chiedo spesso anche io!


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