Cristiana Capotondi si racconta ai detenuti di Santo Spirito
Cristiana Capotondi si racconta ai detenuti di Santo Spirito
Oggi, nel piccolo teatro della Casa Circondariale di Santo Spirito, per il progetto "Artisti dietro le sbarre", i detenuti hanno avuto il privilegio di incontrare Cristiana Capotondi, attrice di cinema e televisione, che per la prima volta si avventura nel mondo del teatro con il monologo "La vittoria è la balia dei vinti". Non era, tuttavia, la sua prima volta in un carcere: in passato aveva già collaborato con la casa circondariale di Bollate, a Milano, esperienza che l'aveva segnata profondamente. Proprio lì aveva conosciuto un detenuto la cui storia è recentemente arrivata sul grande schermo con il film "Familia", che ha visto l'attore Francesco Gheghi premiato a Venezia per la migliore interpretazione.
Cristiana ha parlato a lungo e appassionatamente del suo monologo, in cui porta in scena un punto di vista insolito sulla grande storia, quello del popolo, la storia raccontata dal basso. La vicenda è ambientata durante il bombardamento della stazione di Campo di Marte a Firenze da parte degli alleati, nel 1943 e racconta come, in quella tragedia, una signora si sia trovata ad allattare i figli della sua "serva". Un gesto che mostra come la guerra possa spazzare via, nel dramma, ogni differenza di classe. Un racconto intenso, ricco di sfumature e di umanità, a cui non si potevano non riallacciare i drammatici eventi attuali che stiamo vivendo in questi ultimi mesi. Tra l'altro (e questo non era mai successo prima) l'attrice con un minimo di preavviso in più, sarebbe stata disposta a portare il suo monologo (in questo weekend ai Rinnovati) nel piccolo teatro della casa circondariale. Un pensiero che non ha lasciato indifferente gli ospiti di Santo Spirito che a teatro per un po' di tempo ancora non potranno andare.
L'attrice ha ripercorso la sua carriera, svelando non solo i successi ma anche le scelte difficili. Tra queste, un episodio curioso dei primi anni 2000: a causa di una serie di circostanze, si è trovata costretta a vivere una sorta di lockdown anticipato, trascorrendo tre settimane chiusa in un hotel di Sofia, in una città sepolta dalla neve.
Ha poi sottolineato l'importanza del teatro per la crescita personale e ha consigliato ai detenuti di interpretare sempre ruoli capaci di insegnare qualcosa, "di interpretare personaggi migliori di noi", le sue parole.
Un momento dolce amaro è stato quando ha parlato di calcio (Cristiana è stata vice presidente della Lega Pro dal 2018 al 2021, contribuendo attivamente allo sviluppo e alla promozione del calcio di Serie C in Italia), una passione che si è spenta nel tempo dopo avere conosciuto da vicino le fragilità e i compromessi che reggono il sistema.
Come da tradizione, il poeta napoletano Salvatore ha voluto omaggiare l’ospite con due poesie in vernacolo e una in italiano, che ha poi regalato all’attrice. L’ora è volata via, lasciando dietro di sé, ancora una volta, quello scambio di umanità e affetto che da anni caratterizza questi incontri così speciali.
Cristiana, grazie di cuore!
Commenti
Posta un commento