Innocenti evasioni a Santo Spirito

Il piccolo teatro della casa circondariale di Santo Spirito continua ad accogliere gli artisti che decidono di condividere un po' del loro tempo e della loro arte con gli ospiti della struttura. La stagione si era aperta appena un mese fa con il cantautore romano Filippo Dr Panìco ed è proseguita questa mattina sempre nel segno della canzone d'autore.
Ospite di oggi è stata la cantautrice fiorentina Letizia Fuochi che ha portato sul palcoscenico del carcere tutta la sua verve, la sua energia e la sua voglia di fare musica. Soltanto chitarra e voce. Nessuna amplificazione o microfono. Ha rotto il ghiaccio con un brano tratto dal suo ultimo lavoro, Inchiostro. Ha raccontato, seppure con leggerezza, le sue esperienze musicali e umane, il suo incontro con Faber, la sua collaborazione con importanti fondazioni quali quella di Gaber e di Graziani. 
L'esibizione è proseguita con alcuni brani tra i più significativi della sterminata opera di de André, La guerra di Piero, Fiume Sand Creek, Bocca di Rosa, Il pescatore, Geordie... e ovviamente in un contesto come questo non poteva mancare Don Raffae'. Ma non è stato un susseguirsi di canzoni, una dietro l'altra. Perché al centro del Teatro Canzone c'è la parola. E la Fuochi ha raccontato ai detenuti, per metà stranieri, cosa si nasconde dietro i più bei testi della nostra storia cantautorale. E' stato uno scambio di emozioni, di idee, di battute. 







Dalle canzoni per gli ultimi di de André si è poi passati alle innocenti evasioni di Battisti: Dieci ragazze per me e I Giardini di Marzo. Non nascondo l'emozione mista a stupore nell'aver visto detenuti di ogni dove (Marocchini, Albanesi, Tunisini, etc...) cantare de André o Battisti. Nell'organizzare questo particolare incontro, la mia preoccupazione più grande era che tutte queste canzoni, che per noi e i nostri genitori hanno segnato un'epoca, fossero per un forestiero un terreno ostico (addirittura insignificante). All'estero conoscono Ramazzotti, la Pausini... per dire... non certo de André o Graziani! Invece, contro ogni previsione, la partecipazione del teatro è stata totale. Alla fine di ogni canzone tanti applausi e apprezzamenti. In ogni lingua! E nel finale non poteva mancare un omaggio alla canzone napoletana. E allora via, tutti a cantare O' surdato 'nnammurato con un paio di detenuti (di inconfondibile origine partenopea) che non hanno resistito a salire sul palco e cantare (è un eufemismo) con Letizia la canzone con la quale ci ha salutati. Purtroppo il tempo, il cui andamento in carcere è fortemente legato allo stato d'animo, ai pensieri dei detenuti, alle buone o cattive notizie provenienti da un tribunale, è volato via. E le guardie presenti, con rammarico, hanno ricordato che per gli ospiti era arrivata la consueta ora del pranzo. Contro la rigida burocrazia del carcere nulla può nemmeno la musica. Purtroppo. 
In ogni caso, per i detenuti e tutti noi presenti questa mattina a Santo Spirito è stata una bellissima giornata di teatro, di musica e di parole. Auguro a tutti di poter sentire dal vivo questa bravissima cantautrice fiorentina per poter meglio capire quanto ho provato a descrivere in queste poche righe.

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