Il sogno di Nicola

Il teatro canzone a Santo Spirito

La stagione musicale del piccolo teatro del carcere di Santo Spirito, iniziata a Ottobre con gli Isò & the wild cards, un gruppo di artisti meravigliosi, è giunta oggi alla sua conclusione prima della pausa estiva con Nicola Costanti, pianista, cantante, intrattenitore ma soprattutto un uomo attento, non solo a parole, alle persone che vivono ai margini della società. Il mondo dei media e dello spettacolo propone quotidianamente persone e personaggi che sbandierano pubblicamente i loro ideali equo e solidali, la loro vicinanza ai poveri, ai profughi, ai malati... e tante altre belle parole e gesti d'effetto (sto pensando- una su tutte- alle "secchiate d'acqua gelata in testa per combattere la SLA" che si sono dati molti VIPs). Voglio sottolineare bene "parole" e "gesti d'effetto" proprio perché poi, l'umanità di molti artisti (per fortuna non di tutti), finisce fuori dal palcoscenico, appena si chiude il sipario. E allora quel mondo e quei valori di cui si fanno portavoce in scena, all'improvviso non gli appartiene più, viene riposto in valigia, pronto a essere esibito nella prossima tappa del tour o, meglio ancora, nella prossima ospitata in qualche programma nazional-popolare della TV. 
Per fortuna ci sono artisti che riescono a vivere e a convivere con le loro passioni, con i loro sogni senza rinunciare sia lontano che sotto i riflettori alla loro coerenza. Uno di questi è senz'altro Nicola che è venuto a onorare la giornata nazionale della musica nella casa circondariale di Santo Spirito. 
I pochi detenuti presenti ad ascoltarlo, inizialmente con più curiosità che interesse, si sono trovati davanti a una performance che forse non avevano immaginato nemmeno lontanamente. Nicola ha presentato il video del suo ultimo lavoro "Il sogno di Francesco", il cui ricavato servirà alla costruzione di una scuola in Burkina Faso (potete vedere il video cliccando qui) per poi passare ai suoi grandi classici: Robin Hood si è sposato, il Centometrista, Ho sognato di sognare,  Dichiaro le latrine patrimonio dell'Unesco, e tante altre. Tra una canzone e l'altra, come è suo solito, non è mancato il momento di interazione con i detenuti, inizialmente perplessi, poi visibilmente divertiti, dove ha raccontato fiabe, aneddoti o semplicemente dialogo con un pubblico che è riuscito finalmente a scoprire e ad apprezzare un artista fino a questa mattina sconosciuto. 
Le esibizioni di tutti gli artisti in questo piccolo ambiente (reso molto accogliente e caldo dalle attenzioni maniacali del padrone di casa, Altero Borghi) risultano sempre intime e di grande effetto tanto che, parafrasando un po' una frase di un celebre film, l'artista che entra in questo piccolo teatro piange due volte... quando arriva e quando se ne deve nuovamente andare.
Grazie Nicola,
grazie di cuore!



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